REVIEW // «Il contrario della nostalgia»

Posted on Aug 30, 2022

Beh, che dire: questo libro mi ha lasciato spiazzato. È una storia lunga e piena di americanità, un racconto in cui un ragazzo, dopo un periodo infelice per la sua famiglia, si vede strappato dal suo mondo e in partenza per un lungo viaggio assieme alla madre, decisa a rivivere il proprio passato in un interminabile percorso a tappe.

Non ho altre parole per descriverlo, né per raccontarvi meglio la trama… So solo che, una volta letto, vi sentirete un pochino più adulti, un filo più grandi e consapevoli, ma con un senso di vuoto interiore che metterà in dubbio anche la vostra esistenza (probabilmente).

Un grazie di cuore a Ludovica alias @zonalettura per il magnifico libro. La ringrazio soprattutto perché, essendo io un lettore esigente, questa è stata una bella spinta per uscire dalla mia comfort zone.

Il contrario della nostalgia

Trama

Alex ha tredici anni quando una notte sua madre decide di partire all’improvviso, portando con sé soltanto uno zaino che sembra aver pronto da sempre. Nel giro di pochi minuti, la sua esistenza verrà irrimediabilmente rivoluzionata: si ritrova in macchina, con niente da mettersi a parte i vestiti con cui ha dormito e senza la minima idea di dove sua madre abbia intenzione di andare. Comincia così un viaggio interminabile – Virginia, Michigan, Texas, California – che ripercorre le tappe dell’inquieta vita di sua madre: i genitori immigrati dalla Sicilia, l’infanzia e l’adolescenza trascorse tra orfanotrofi e famiglie d’affido, le donne che ha amato che per qualche ragione si chiamavano tutte Laura.

Fra la strada e i motel, nella strana sospensione data dal costante movimento in avanti, Alex – che fin dalla più tenera età si rifiuta di assumere un’identità di genere, di essere maschio o femmina – imparerà a conoscersi e a conoscere sua madre e scoprirà che l’irrequietezza non è necessariamente un peccato, che ci sono cose a cui è impossibile dare un nome e storie che, per quanto lo si desideri, è impossibile raccontare.

E che forse, in fondo, va bene così. Sara Taylor fa i conti con le questioni dell’autodeterminazione, dell’identità e della libertà in un libro che è a metà strada tra un classico road movie, una saga familiare e un inedito romanzo di formazione: doloroso, struggente, tenero ed esilarante, impossibile da dimenticare.